Socrate di Atene[1] (470-399 a. C.) è il personaggio più enigmatico di tutta la storia della filosofia. Fu definito il padre di varie correnti filosofiche ed e stato condannato per la sua attività di filosofo. Fu accusato, processato e condannato alla morte, perché “introduceva nuovi dei e portava i giovani alla perdizione”. Da una parte Gesù entrando in terra pagana compie le profezie che erano fate, non soltanto dai profeti del antico Testamento, ma anche dai filosofi pagani. In questo seno vi daro un esempio tra Gesù e Socrate.
Socrate e Gesù. Entrambi personaggi furono maestri nell’arte del parlare e dai loro discorsi si poteva evincere una conversione, una luce della ragione, ma soprattutto la salvezza in caso di Gesù Cristo. Entrambi parlavano di Dio, entrambi avrebbero potuto invocare la grazia della libertà e quasi certamente si sarebbero salvati. I loro processi hanno tratti comuni. Sia Gesù che Socrate sono morti per le proprie convinzioni, invece “la vita e la morte di Gesù sono quelle di un Dio, la vita e la morte di Socrate di un filosofo, di un saggio”[2]. Con questo parallelismo tra Gesù e Socrate non intendiamo di affermare che i due personaggi sono uguali, ma ho voluto sottolineare il fatto che entrambi avevano un messaggio per il mondo e il loro messaggio non può essere staccato dal loro coraggio personale.
E importante di sottolineare che l’immagine del Logos perseguitato appare in un testo di Socrate, quando descrive due uomini; uno giusto in apparenza, altro veramente ingiusto, testo che è stato considerato una profezia extrabiblica delle passioni di Gesù: Lui dice che: Il giusto sarà flagellato, torturato, gettato in ceppi, avrà bruciati gli occhi e infine verrà impalato”[3].
[1] La vita di Socrate è conosciuta grazie a Platone, che fu suo allievo e divenne a sua volta uno dei più grandi filosofi della storia. Platone scrisse molti “dialoghi” e conversazioni filosofiche, nei quali si serviva di Socrate come portavoce.
[2] Olegario Gonzalez de Cardedal, Cristologia, Edizioni San Paolo, Milano, 2004.
[3] Platone, Repubblica, II, IV, 361e – 362a, introduzione di Mario Veggetti, Edizione Gius, Laterza Figli & spa, Roma.
Padre Pompiliu Nacu